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«Sottostante stava l'ultimo lembo della valle, regno dell'Ors. Vi si notavano casolari e stalli, circondati da piante goffe, scure e rannicchiate. Il silenzio era alto, opprimente e desolante. La coltre di neve che copriva la valle affondava nella parte bassa del canalone. Dandomi una forte spinta con le racchette scesi, sugli sci, verso il fondale. Udii un minaccioso ululare e, a quel segnale, di certo l'Ors sarebbe uscito per scrutare intorno.» Ors di Pani, pseudonimo di Antonio Zanella, uomo-leggenda della Carnia, ha vissuto da patriarca e padrone di prati, boschi, stavoli e animali. Divenne famoso in tutto il Friuli per la sua vita allo stato selvatico e per i suoi atteggiamenti fuori dalla norma. Ed è proprio la Val di Pani il regno dell'Ors. Zanella veniva chiamato Orso (Ors in friulano) per il suo aspetto: la lunga barba incolta e i capelli rossicci arruffati. Nonostante questo ritratto, l'Ors di Pani è soprattutto ricordato per la sua grande umanità e per gli atti di solidarietà che hanno contraddistinto la sua esistenza. Pier Arrigo Carnier si immerge nella vita agreste della gente carnica delle montagne, nelle malghe, e rievoca le sensazioni di un'epoca passata, tra contrabbandieri e valligiani, l'occupazione tedesca e gli insediamenti delle forze collaborazioniste cosacche.